Alba – l’oro delle langhe

Alba – l’oro delle langhe

-Ciao, ti andrebbe di andare al Alba alla fiera del tartufo? Siamo tu io, Roberta e suo figlio Giovanni.
-Beh, dammi il tempo di organizzarmi, quando sarebbe?
-Domani
-Mmmm…. occhei!
Io di solito sono una precisina, un po’ noiosa, che ha bisogno di tempo per decidere, ma…
Regola numero uno: a volte è meglio non programmare.

In macchina iniziamo a controllarci l’abbigliamento, quattro liguri in piemonte necessitano di capi d’abbigliamento pesante, ché si sa che il clima là non sarà certamente mite.
-Ma voi le avete viste le previsioni?
-Danno freddo e nebbia…
Regola numero due: guardare le previsioni del tempo prima di una gita non serve a niente.

Mentre viaggiamo parliamo un po’ di tutto, maggiormente di turismo, un argomento che ci piace e in qualche modo ci lega. Roberta infatti è una guru nel settore, la nostra idola, mia e di Nicola.
La ascolto sempre volentieri, anche se “starle dietro” è abbastanza impegnativo, in quattro minuti secchi, ha snocciolato dati e links, in un metaforico viaggio che partiva dalla Liguria, attraversava il Piemonte, scendeva in Basilicata, planando al BTO di Firenze, non senza una toccata e fuga per il Friuli.
Regola numero tre: non è necessario capire tutto per capire qualcosa (almeno spero).

In autostrada usciamo a Mondovì, ce l’hanno consigliata tutti, perché da qui, arrivare ad Alba, significa mollemente navigare tra i saliscendi delle Langhe.
-Guarda, lì c’è Barolo…
Non la bottiglia, Barolo è un paese, e che paese…  Non riesco a descriverne la bellezza. Io, che sono una romantica donna inglese, avrei voluto fermarmi e: -ciao a tutti è stato bello, lasciatemi qui.
Ma oggi la destinazione è Alba!
Regola numero quattro: una gita sarà un successo se già il viaggio è un successo.


Alba, eccola là. Ci siamo.
In ritardo, naturalmente, quindi via di corsa, ci aspettano nel palazzetto dove organizzano i “foodies moment” una cosa che, se non ho capito male, tratta di tartufo, con un cuoco che cucina un piatto e un assaggiatore che ne decanta gusto e aromi agli ospiti mangianti, presenti in sala.
Regola numero cinque: segnarsi da qualche parte che se rinasco voglio fare il cuoco e/o l’assaggiatore.

Ci presentiamo al cuoco, Alessandro Boglione, che appartiene all’ordine dei cavalieri del tartufo, poi incontriamo alcuni amici di Roberta, Mauro Carbone, il presidente dell’ente turismo Alba Bra e Langhe Roero, una persona di una gentilezza infinita e super appassionato del suo lavoro, @cristinaTVD ovvero Cristina Torrengo assaggiatrice di vino (ma non solo), e suo marito Pierluigi Vaccaneo alias @pavesecesare, che se siete tuitteri conoscerete certamente, e al quale ci rivolgiamo incuriositi per avere qualche notizia in merito successo del suo  “La luna e il falò”  (se andate al link potete votare il progetto) una rivisitazione del libro di Pavese nei canonici centoquaranta tuittereschi caratteri.
Con loro parliamo un po’ di tutto, ed una volta di più mi accorgo di quanto sia bello confondere le opinioni.
Regola numero sei: non c’è niente meglio di un viaggio per incontrare persone.


Ora avremmo anche fame, quindi decidiamo di mangiare al mercato del Tartufo, come dire, dal produttore al consumatore.
Salutiamo tutti e ci incamminiamo per le vie di Alba.
Lungo la strada, Roberta ci fa notare come i negozi espongano le loro offerte insieme a cibo o bottiglie di vino.
Regola numero sette: vale più un bel gotto di vino che incontrare Brad Pitt sul tuo cammino.
Eccoci, il Truffle Market è qui di fronte a noi.
Prima cosa che ci è piaciuta un sacco, un cartello all’entrata che invogliava i turisti alla condivisione dell’evento sui social network. Wifi, un hashtag #AlbaTruffle scelto ad hoc, ed ecco che il numero di persone che parleranno di te aumenterà in  maniera esponenziale. Ottimo.
E a giudicare dal numero di nazioni presenti in fiera, tedeschi, francesi, olandesi, ma anche americani della california, giapponesi e persino degli australiani, direi che se ne parlerà in tutto il mondo e forse persino oltre!
Regola numero otto: non importa quanto il tuo prodotto sia conosciuto, la condivisione aumenterà il suo successo.


Sotto il tendone del mercato, il cibo la fa da padrone, e in mezzo a tanto cibo, il re incontrastato è il tartufo, in particolare quello bianco d’Alba.
Ci sono molti stands, e molti tartufai, anzi, trifolau, come li chiamano qui.
Uomini e donne di età varia, ognuno con le sue storie, tutte disegnate sulla faccia, e sono completamente diversi tra loro, ma uguali nell’indissolubile legame con questa terra, e con l’autunno. La stagione di mezzo che nasce negli sfarzi degli ultimi caldi, e che in breve tempo si ritrova fare i conti con le prime giornate corte, con l’aria che pizzica, con le sfumature di ruggine che tra poco si addormenteranno nel bianco e nel blu, lasciandoci un’altra volta soli, ma non senza prima averci fatto dono del prezioso raccolto, che saprà tenerci al caldo, almeno fino alla prossima rinascita.
Regola numero nove: niente racconta di un territorio come i suoi frutti.


La gente gira, osserva, assaggia, soppesa, contratta e poi compra, perché è impossibile resistere, è impossibile uscire a mani vuote da questo mercato che apparentemente vende cibo, ma che in realtà racconta la tradizione.
Noi non siamo da meno.
Taglierini alla fonduta con grattata di tartufo appena acquistato.
Anche se Giovanni ha appena scoperto che il piatto più gettonato per il tartufo è l’uovo fritto.
-Quando torneremo ricordiamoci di mangiare l’uovo!
Regola numero dieci: un bel viaggio è pieno di prossime volte.


Ora ce ne dobbiamo andare, è tardi abbiamo degli impegni per la serata.
Gli amici miei mi aspettano, ho promesso di portare il tartufo (potevo forse esimermi??), la Simo preparava le tagliatelle fresche.
Ancora un veloce giro per gli stands e poi ci si incammina verso il parcheggio, siamo pieni di idee, progetti, racconti da fare agli amici “cosa vi siete persi…!”.
E’ stata una giornata intensa, e la strada verso casa è ancora lunga, sono seduta in macchina felice con i miei pacchetti pieni di roba da mangiare, adesso ho proprio voglia di ringraziare i compagni di gita, tutto bello, ma voi l’avete reso unico.
Regola numero undici: non importa dove vai ciò che conta è con chi sei.
Scusate, una menzione d’onore all’opera d’arte: la Simo alle tagliatelle, Mariarosa ai fornelli, Diana ed io ai piatti!

Alba – l’oro delle Langhe

Piemonte – zona Langhe e Roero

Testi e fotografie: paola faravelli 

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2 Comments

  1. Ahahahahah, vedi che una levataccia val ben una levataccia, a volte? (regola numero 12, improvvisata ambress ambress)…
    Che dire… intanto m’hai fatto venire una fame boia!
    Poi menzione particolare per un paio delle tue regole (che però non dirò quali perchè la regola numero 13 -…….ambress ambress cita testualmente di rivelare, ma mai abbastanza).
    E poi un po’ di sana invidia.
    Scopro una Mariarosa genia dei fornelli?
    Humm… punti in più per lei.

    • La mariarosa è brava, ma la pasta l’ha preparata la simo!

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