Dolceacqua – all’ombra del castello

Dolceacqua – all’ombra del castello

Lungo il ponte che ha incantato Monet
abbiamo camminato, Brasco ed io,
in una giornata di inizio marzo che pareva già primavera,
con l’aria quasi densa come capita quando fa caldo,
solo i colori, ancora spenti d’inverno, tradivano la stagione.
Il paese si chiama Dolceacqua, si trova nella Val Nervia, la valle tra Bordighera e Ventimiglia,
e ora verrete a visitarlo con me…

Sono arrivata in paese all’ora di pranzo, la prima cosa che ho notato erano le indicazioni per i parcheggi, dettagliate e chiare, ottimo per un borgo turistico!
Sistemata la macchina mi sono incamminata verso il paese. La giornata era luminosissima, il paese vecchio si stagliava contro il cielo blu, e a farla da padrone, da qualsiasi angolo lo si guardasse: il Castello Doria.
In realtà i primi proprietari del castello (che risale al 1177) furono i conti di Ventimiglia, solo cento anni dopo venne acquistato da Oberto Doria, che proprio in quel periodo stava ampliando i suoi domini verso la Val Nervia, e quindi che fai? Non ti compri casa sui tuoi possedimenti?!?

Intorno al 1300 il castello fu teatro di sanguinose lotte tra guelfi e ghibellini , ma di questo potrete leggerne su wikipedia, io preferisco raccontarvi i pettegolezzi, come la leggenda della “Michetta” il tipico dolce locale (buonissimo).

Tutto ha inizio con la storia d’amore tra Lucrezia e Basso, distrutta per colpa del “jus primae noctis”.  La barbara usanza infatti, prevedeva che la futura moglie donasse le sue grazie al marchese la notte prima delle nozze, e Lucrezia, che stoica rifiutò, venne per questo rinchiusa nelle segrete del castello dove morì di fame e di sete.
Ma il giovane sposo inconsolabile decise di vendicarsi, così, armato di coltello, penetrò nottetempo nelle stanze del marchese, obbligandolo a stendere un editto, che abolisse per sempre l’orrenda tradizione.
Per festeggiare la fine di quell’incivile crudeltà, le donne del paese inventarono un dolce che chiamarono la “Micheta” (la cui forma è una chiara allusione al sesso femminile), e dal quel giorno, ogni 16 di agosto, il paese festeggia la festa della “Micheta”, con balli, canti, dolci e naturalmente fiumi di ottimo Rossese, il vino di queste zone. Che dire? Un’altra storia d’amore finita bene, grazie al fatto che uno dei due muore prima del matrimonio!
Comunque sarà per le storie che si possono leggere sulle tavole lungo le vie che portano alla fortezza, o per il fascino un po’ oscuro, ma al contempo fiabesco che i castelli sanno ogni volta evocare, ma indiscutibilmente lo sguardo è sempre calamitato verso questa costruzione, che se voleva intimidire gli eventuali invasori, certamente ha raggiunto il suo scopo.
Inizio la discesa lungo le pietrose vie del paese, svolto un po’ a caso tra le pareti di queste strade che a tratti diventano talmente buie da farmi trovare le luci accese alle due di pomeriggio; le case sono ammassate le une alle altre in un dedalo di passaggi, che dopo tanto raccontare di marchesi cattivi ed eroici paesani, diventano misteriosi e seducenti. Non vorrei più tornare, e quasi quasi esaudisco il mio desiderio… perdendomi un paio di volte.

Ma eccomi di nuovo fuori, alla luce. Ritrovo il fiume Nervia con i sui gabbiani perennemente in festa, il cielo rigorosamente azzurro e il ponte di Monet: un bijoux dé légerèté , come soleva dire lui (cosa che apprendo dalla targa efficientemente affissa ai piedi dello stesso).
Googolando ho scoperto che Dolceacqua ha ricevuto nel 2007 la bandiera arancione del touring club italiano, un riconoscimento che viene rilasciato per l’offerta di eccellenza e l’accoglienza di qualità. E non ci sono parole migliori di eccellenza e qualità per premiare un paese turistico.
Mi fa particolarmente piacere parlare di un entroterra riqualificato e riconosciuto come esempio di virtù.
Termino la mia visita con una passeggiata lungo il romantico fiume che oggi si è vestito con le soffici sfumature dei colori della terra, e pare come in immobile attesa, anche lui, dell’arrivo della  primavera. In attesa dei fiori, in attesa delle api, in attesa di tutto quell’eccitante fermento che è proprio della stagione in cui si rinasce.
Ma io, come Monet, mi godo la pace di questo silenzio, meraviglia di dolcezza.

Dolceacqua – all’ombra del castello
Liguria Dolceacqua

Testi e fotografie: paola faravelli

Io ho trovato il castello chiuso, quindi per le visite vi consiglio di guardare preventivamente il bellissimo sito del paese di Dolceacqua

 

 

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2 Comments

  1. Sono felice che Dolceacqua, la regina della mia valle ti sia piaciuta. Per me che la vivo nel quotidiano, ogni giorno sa sorprendermi e la guardo sempre con occhi incantati.
    Alla prossima visita della valle che nasconde altri tesori.
    Roberta

    • Ciao Roberta, è bello saper guardare le cose di sempre… sempre come se fosse la prima volta! Comunque ho intenzione di visitarla parecchio la tua valle, e mi piacerebbe che mi consigliassi degli itinerari particolari. Aspetto i tuoi suggerimenti.
      paola

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