Apricale – il Teatro della Tosse
Ero già stata ad Apricale per vedere il Teatro della Tosse, ma questa volta sarebbe stato diverso, questa volta avevo l’occasione di parlare con Emanuele Conte e Amedeo Romeo, scrittori e registi della compagnia, sì così, senza distinzione, me l’hanno raccontato loro, su un tavolino di scena prima dell’inizio dello spettacolo di quest’anno: Shakespeare Dream, non male vero?
L’unica preparazione che mi sono concessa è stata prendere  la mia vecchia moleskine e cercare tra quelle pagine, le giuste pagine per degli appunti un po’ speciali, e ce ne erano cinque, ancora vuote, prima di certi scarabocchi che raccontavano di D’Artagnan nella Val Chisone, perfetto!
Vabbé, ammetto di essermi anche letta dei cenni storici, tipo che Emanuele [Conte] è figlio di Tonino, il fondatore nella metà degli anni settanta, assieme a Lele Luzzati, del Teatro della Tosse, il cui nome deriva dalla prima sede del teatro che si trovava in una stradina di Genova chiamata appunto Salita della Tosse, ma niente di più, perché ero curiosa di ascoltare la storia da chi questa storia l’ha scritta, anzi, la scrive, tutti i giorni.
Dopo aver dato loro appuntamento verso le sette e mezza tra la toilette e il “Sali e Tabacchi” dell’affollatissima piazza Vittorio Emanuele II, finalmente ci incontriamo, sono un po’ emozionata [e mezza stordita dallo spritz bevuto nell’attesa].
– Piacere, paola.
Mi portano sul palcoscenico, è il posto più comodo per stare tranquilli. Ma io sono un po’ a disagio.
– Tranquilla, il nostro è un palco abituato ad ospitare il pubblico, le persone, insieme con il paese, fanno parte integrante dello spettacolo. Apricale, di fatto, è il nostro teatro.
Non ho ancora posto una domanda, ma ho già una risposta: si chiama itinerante, ma in realtà non sono gli attori a a muoversi, bensì la gente, che dopo l’apertura dello spettacolo nella piazza principale, prima viene elegantemente distribuita in crocchi: “dimenticate chi siete e come vi chiamate, voi da adesso siete soltanto il gruppo numero…” e quindi accompagnata in giro per il paese alla ricerca della prossima scena.
– Al pubblico piace poter stare così vicino agli attori, e a noi piace renderlo partecipe.
– In questo modo, anche una rappresentazione classica diventa, come dire… per tutti!
Ed effettivamente, a giudicare dal numero di spettatori, non sembra che stia per andare in onda Shakespeare [senza offesa naturalmente].
-Furono mio padre e Lele Luzzati ad avere l’intuizione, l’idea venne loro sulle spiagge della Riviera, la prima rappresentazione fu al forte Sperone di Genova, poi ai magazzini della Fiumara.
Il ghiaccio è rotto.
– Domanda basic: di cosa parla Shakespeare Dream?
Intanto, tra le risposte senza domande ho anche scoperto che questo è il quinto spettacolo che Emanuele ed Amedeo pensano assieme, mischiando i loro ruoli di scrittore e di regista senza una regola precisa, solo rispetto per il lavoro dell’altro e tanta conoscenza reciproca.
– Sono gli attori di Shakespeare immersi in un’atmosfera anni venti. Ormai invecchiati raccontano dei loro sogni e delle loro inevitabili delusioni. Come nella nostra tradizione ci saranno scene poetiche intervallate a scene più comiche, un’altra maniera per tener desta l’attenzione del pubblico, un altro modo per fornire uno spettacolo completo. Eterogeneità tra un pezzo e l’altro, ma coerenza all’interno dei vari registri, proprio come insegnava Shakespeare.
E se lo diceva il più grande commediografo di tutti i tempi…
– E come mai Apricale?
– Stefano Delfino, il giornalista della Stampa, ci vide e propose Apricale come scenario naturale delle rappresentazioni. Il paese stava letteralmente morendo, serviva qualcosa di nuovo per ridargli vita. Sono passati ben ventiquattro anni da allora, e tutte le attività che vedi sono arrivate dopo di noi.
Bar, alberghi, ristoranti, negozietti di prodotti tipici, non facile per un paesino a quindici chilometri dalla costa e tutto grazie alla cultura, pensa un po’…
Li saluto
– Piacere di avervi conosciuti!
Mi trattengo dal fargli un in bocca al lupo, non mi ricordo se si possa o meno.
– Piacere nostro.
Signore e Signori, è giunta infine l’ora di prepararsi, tra pochi istanti avrà inizio lo spettacolo:
“Benvenuti nel sogno, questa notte non la scorderete mai!”.
Cari lettori, in questa notte di mezza estate vi ho intrattenuti con la storia di un Teatro molto singolare, che in un giorno lontano, incrociò per la sua via, la luce di un paese baciato dal sole, ma già fosco nell’anima, poiché privo, ormai, di ogni speranza. Ma questo incontro, scritto nel cielo e voluto dalla luna, diede vita a un circolo virtuoso capace di infondere speranza alle genti del posto, ché ingegno, favole e altruismo curano persino i tormenti più oscuri.
E datosi che il regalo di un lieto fine non è cosa da poco, soprattutto di questi tempi, vi invito a prestar fiducia nei vostri sogni, poiché crederci significa avvantaggiar le stelle nel loro cammino, cosicché il desiderio, quel desiderio, potrebbe un giorno, chi lo sa, divenir forse dolcissima realtà … Bibidibobidibù!
Liguria – Apricale (IM)
il Teatro della Tosse
Testi e fotografie: paola faravelli [grazie a Nicola Ferrarese per la foto alla sottoscritta]
e un ringraziamento anche all’agenzia in LiguriaÂ