Finalborgo – nel cuore delle cose

Finalborgo – nel cuore delle cose

 

Non ero mai stata a Finalborgo!
Mi vergogno un po’ di dirlo, ma è così.
Sapevo dove si trovava, certo, e ci ero passata vicino un sacco di volte, ma entrata mai.
Quindi? Pronti via chiedo a Simo di accompagnarmi, si va a dare un’occhiata.



Finalborgo (che è considerato uno dei più bei borghi d’Italia) ha l’aspetto di un piccolo villaggio medievale, composto da due strade principali, una grande piazza e vari vicoli tutti attorno, due cose in particolare noto subito: tanta gente in mountain bike e i negozi “alternativi” sparsi po’ ovunque.
Ops, ovviamente attirano la mia attenzione anche il palazzo Cavasola, il palazzo Brunenghi, la Basilica di San Biagio, il castel San Giovanni…

Vaghiamo incuriosite per le vie del centro storico, sbirciando tra le vetrine. Nonostante sia lunedì tutti i negozi sono aperti e c’è tanta gente in giro.
Camminare mi ha messo appetito (strano…).
“Simo, ce lo facciamo l’aperitivo?”
 
Ed è così che siamo incappati in Gigi Minini.
“Sbuccia”, così si chiama il bar, da fuori sembrava un locale per soli salutisti, votato alle centrifughe che io associo ai beveroni dietetici. Ma come direbbe Lucarelli: e invece no… !

 I proprietari sono Gigi e la moglie Giulia, che ci lavora di mattina, due ex pubblicitari di Piacenza che per anni sono venuti in vacanza a Varigotti fuori stagione:
“Quando i prezzi sono più bassi e si vive la vera Liguria” ci spiega Gigi.
E poi un giorno la grande scelta, trasferirsi qui e aprire un’attività.
“Perché ci piaceva l’idea di abitare in Liguria”  insiste Gigi con una certa soddisfazione.
“… e abbiamo scelto Finalborgo perché il posto è sempre aperto a nuove iniziative, è vivo… Non so se mi sono spiegato…”
Beh, come sempre quando quelli di fuori parlano bene della nostra zona, io mi riempio d’orgoglio.
E poi devo ammettere che in questo in piccolo villaggio sembra coesistere il giusto mix tra turismo e storia, una caratteristica che non sempre si trova dalle nostre parti.



In effetti la loro attività necessitava di una location che potesse in qualche modo capire.
Perché ci troviamo in un ex macelleria, di cui ancora si scorgono le tracce, trasformata in un bar, che espone anche una ricercata oggettistica.
“E’ tutto in vendita, naturalmente, ma in primo luogo desideravo che “le cose” rendessero l’ambiente accogliente. Perché la ristrutturazione è stata molto basic, non ci siamo affidati ad una ditta di arredo per bar, abbiamo preferito recuperare quello che c’era. Sai, noi cerchiamo l’anima… Non so se mi sono spiegato”
Benissimo direi!

 Scopriamo che il logo, che io avrei molto banalmente collegato alla frutta che loro centrifugano, si rifà invece ad un senso più allargato della parola, sbucciare come levare la scorza e arrivare all’essenza, arrivare al cuore quindi, arrivare alla semplicità.
Da qui la ricerca di materiali sobri, meglio se poveri e legati al territorio.
“Le ceramiche di Albissola, sono tradizione, così le abbiamo utilizzate per ricoprire il nostro bancone in muratura”.

I vini che offrono sono locali e piacentini (le radici sono radici), non “strutturati” ci tiene a precisare Gigi, poi olio, qualche antipasto di pesce e salumi. Tutte cose naturali.
La scelta dell’oggettistica è sempre legata al territorio, ma in più vasta scala: borse dal Marocco, cuscini dalla Germania, ceramica dalle Marche e sculture in legno dalla Spagna. Qui tutto si fonde, senza frontiere, in una sorta di globalizzazione no-global (apparente ossimoro). In pratica le persone come Gigi e Giulia grazie alle loro scelte, e al sapiente uso del web, contribuiscono a far girare per il mondo il piccolo artigianato locale, senza fargli perdere identità. Che poi è tutto ciò che conta.


Non sono un’amante dei messaggi positivi ad ogni costo, soprattutto se immaginati con le gambe sotto al tavolo di un bar e un bicchiere di vino davanti,  ma è sempre bello incontrare una persona che ha realizzato un sogno, e se poi questo sogno si sposa con il territorio e questo territorio è la Liguria, beh, allora che dire?! Andate a trovarli, e magari assaggiate la centrifuga di frutta e verdura, così poi ci dite, perché noi ovviamente abbiamo ceduto alle lusinghe di un vinello del posto con contorno di salumi piacentini….

Nel cuore delle cose – finalborgo – liguria
V ia Nicotera, 37/39
Finalborgo – SV –

testi e fotografie: paola faravelli

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10 Comments

  1. oh…. finalmente siamo tornati alle foto “made in faravelli”.
    questi sono i post che voglio io!

    • Mi sa che ti piacciono le foto fatte con l’obiettivo 50mm! Quelle da turista tedesca in vacanza in Liguria. Forse ultimamente mi sono fatta prendere un po’ troppo dai panoramici panorami…
      P.S.
      la mia socia è disperatamente in attesa di un tuo nuovo post!

  2. … ho capito… mi apprezza come comica e non come letterata…

    • Nooooo. Lei ti apprezza e basta! Sappi apprezzare.

      • Apprezza chi ti apprezza….mumble mumble…..Mi ricorda qualcuno!!!

  3. Bellissimo servizio, aggiungo che finalmente abbiamo messo online il sito di Sbuccia! 🙂 Trovate tutte le novità su http://www.sbucciafinalborgo.com

    • Bene!!! Molto interessante il sito, mi fa venire voglia di tornare a trovarvi…!

  4. Ok,
    cercherò di leggere a piccole dosi…
    Però mi piace come lo fai, perchè lo fai e l’anima che ci metti nel farlo… forse è per questo che da quando l’ho scoperto continuo a tornare…
    Dunque… a Final borgo in effetti mi vergogno un po’ a dirlo (perchè da Noli è più vicino che da Diano), ci son stato solo di passaggio pure io (se si esclude una specie di notte a rubare asciugamani stesi per fare il bagno nudi a mezzanotte, ma questa è un’altra storia) e ovviamente sempre senza reflex al seguito (meno male che ora mi sono compattina-fornito), perciò mi sono gustato le foto ed ho rigorosamente preso nota del posto che in una delle prossime mie venute cercherò di andare a visitare.
    In zona, visto che sei interessata ai posti caratteristici, ti segnale anche “Barabba”, a Calice (appena sopra Final borgo)…ora è un po’ che non ci vado, ma ai tempi una visita valeva sicuramente la pena.
    😉
    A presto.

  5. Che carino Sbuccia! Ho comprato li un appendi abiti a parete che ricorda i sottopentola di ghisa che si mettevano sulle stufe!!

    • Ci sono tornata in occasione del salone agroalimentare, sempre bello uguale!!!

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