Ospedaletti – un’anima divisa in due

Ospedaletti – un’anima divisa in due

Passo per Ospedaletti solo quando sono molto in anticipo e invece di prendere l’autostrada, mi concedo il rischio della via Aurelia, con tutti gli intoppi, traffici e inciampi che potete ben immaginare, se considerate che è la nostra unica strada.
Non è quindi un caso che questo paese sia per me solo un certo numero di palazzotti signorili e ville. Un cartello di benvenuto all’entrata e un arrivederci alla fine, tante coreografiche palme  e il mare che si intravede appena, laggiù, sotto.

Sotto, in fondo, nel paese.
Eggià, perché il sopra è una bella vetrina, alberghi qualche bar e la passeggiata panoramica. Il paese (quello vero) è giù, sul mare.


Oggi che ho tempo, decido di scendere, parcheggio subito nell’area dove, prima o poi, sarà completato il tratto di ciclabile che collegherà Ospedaletti a Sanremo. Qui la prima cosa che mi colpisce sono le case, in stile vecchia liguria, semplici e proprio per questo carine, poi la spiaggia, in stile spiaggia ligure di sassi, come nei miei ricordi di bambina, quando dalla lombardia si veniva in liguria per le vacanze d’agosto (salvagente e canotto rigorosamente nuovi).

Non è grande il paese, anzi è così piccolo che incontro per quattro volte in cinque minuti una coppia di Milano in cerca di un bancomat:
“Mi dispiace non sono di qui, provate nella via principale” consiglio loro da brava autoctona esperta.
“Ma è questa la via principale!”  mi rispondono loro da bravi turisti milanesi.
Vabbé, la via principale non è imponente, è bella invece, con i suoi tagli sul mare, e le case in stile.

Una chiesetta piccola piccola e la caserma, che poi leggo essere niente di meno che una torre da difesa (ne esiste un’altra definita di segnalazione) ultimata nel 1579, sufficiente a reggere le artiglierie e ben due guardiole. Immagino che oggi non difenda più nulla, anche se mi piace vagheggiare su drappelli di indomiti cittadini di Ospedaletti, uniti contro orde di turisti assatanati, nell’infuocata settimana di ferragosto…

Mi fermo dieci minuti in un bar a bere qualcosa, poi torno alla macchina. La strada che mi riporta all’Ospedaletti che conosco io, si districa nel paese, così mentre salgo, ritornano i palazzotti eleganti e le ville; coreografiche palme incorniciano una cartolina perfetta.
Mentre aspetto il verde fisso una panchina sulla passeggiata, da lì si vede il mare, laggiù sotto.
Certo, a volte è bello anche osservare dall’alto, tanto per non rischiare di perderci il cuore.
Ma volete mettere la soddisfazione di raccogliere sassi colorati sulla spiaggia, quando tutto intorno, per un infinito attimo, esiste solo il rumore del vostro respiro, mischiato al fragore del mare…

Ospedaletti – Un’anima divisa in due
Ospedaletti (IM) Liguria

testi e fotografie: paola faravelli 


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One Comment

  1. e che dirti? fai venire voglia di visitare anche Ospedaletti…

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